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08Mag

“Razza Umana”: la nuova mostra di Fulvio Eterno all’interno di Alcart

ALCAMO – Prenderà il via giorno 16 agosto prossimo l’ottava edizione del Festival Alcart – Legalità e Cultura, manifestazione cresciuta parecchio negli ultimi anni grazie al contributo di innumerevoli professionalità ed artisti che l’hanno arricchita di anno in anno. Una di queste è indubbiamente il fotografo Fulvio Eterno che per il terzo anno consecutivo presenterà un proprio lavoro durante le tre giornate della manifestazione. Il nome della mostra di quest’anno è “Razza Umana”: cento ritratti e fotografie scattate ai passanti durante due giornate in cui il fotografo è stato per le strade, scrutando volti e ascoltando storie. La mostra quest’anno verrà allestita nella parte finale del Corso VI aprile, in prossimità di Piazza Bagolino e resterà visitabile durante le giornate del 16, 17 e 18 agosto.

Abbiamo posto alcune domande a Fulvio Eterno per meglio capire il progetto che ha portato avanti:

  1. Razza Umana: un progetto ambizioso liberamente ispirato a quello di Oliviero Toscani, come mai questa decisione?

Penso che riuscire a ritrarre le persone nella loro condizione di vita sia l’essenza stessa della fotografia. In questa mostra convivono due diversi aspetti: uno, indubbiamente più superficiale, è quello di far incuriosire vedendo un amico o un conoscente all’interno di un’esposizione, l’altro è invece più “accademico”. In “Razza Umana” infatti si riconosce un chiaro taglio sociologico: si racconta uno spaccato della società attuale, un campione di persone che poi possono essere pienamente rappresentative della realtà che stiamo vivendo.

  1. Quali sono state le reazioni che hai riscontrato nelle persone che hai fotografato?

Dalla curiosità all’intraprendenza, dalla diffidenza alla felicità di far parte di un progetto. Durante la Festa di Maria SS. Dei Miracoli ad Alcamo e durante un pomeriggio a Castellammare del Golfo sono riuscito a fotografare più di cento persone. La cosa che più mi ha colpito e più mi è piaciuta nello scattare quelle foto è stata la spontaneità di tutti i partecipanti: nessuno infatti era preparato a farsi fotografare, per cui nessuna costruzione nell’abbigliamento o nel trucco per le donne, ognuno di loro era semplicemente sé stesso nella propria quotidianità.

  1. A costo di sembrare banali, si dice che gli occhi sono lo specchio dell’anima, tu pensi di essere riuscito a coglierla in chi hai fotografato?

Come dicevo prima, ho scelto di fotografare la condizione delle persone in quel preciso momento: ho voluto un telo bianco alle loro spalle perché penso che più togli più riesci a comunicare di quell’uomo o di quella donna. In ogni scatto ho cercato di raccontare ciò che quella persona aveva da raccontare in quel preciso istante: la propria gioia, il proprio dolore, la propria fisicità, la propria voglia di vivere.

Negli innumerevoli sguardi che ho ritratto ho trovato diverse sensazioni ma alcune hanno prevalso sulle altre: ho visto una luce carica di serenità e gioia negli occhi di gente più in là con gli anni o con difficoltà motorie che non ha nulla a che vedere con quella che hanno alcuni adolescenti.

  1. Cosa vuoi trasmettere con questa mostra?

La fotografia, e questa mostra in particolare, mi ha dato la possibilità di liberare la parte più profonda di me. Spero di riuscire a trasmettere tutto il nostro essere “umani”, con tutto ciò che ci permette di essere definiti tali e ci diversifica da tutto il resto della razza animale. Ognuno però guarderà la mostra con i propri occhi, leggendoci stati d’animo diversi e sensazioni diverse.

  1. Concludendo, cosa racconta la tua “Razza umana”?

La mia “Razza Umana” vuole raccontare innanzitutto la bellezza! La bellezza delle persone in tenuta da lavoro o nello svolgimento della propria attività lavorativa, la bellezza di una nonna ed una nipote che annullano la differenza di età stringendosi la mano come due ragazzine, la bellezza di una coppia che aspetta con impazienza di conoscere il proprio bambino, la bellezza di una famiglia o del volto di due turisti che si stringono in un tenero abbraccio.

La mia Razza Umana vuole inoltre essere una speranza di fratellanza e di coesione tra tutti gli individui, senza invidie e con la consapevolezza che ogni persona con il proprio lavoro e con il proprio ruolo nella società da un contributo a tutta la collettività: insomma una speranza d’amore vero e di rispetto reciproco che parte dalla nostra comunità e può finire nel mondo intero.

29Apr

“Cubatoday” la mostra ad Alcart

“E’ nato come un viaggio, ma avevo con me la mia inseparabile macchina fotografica, senza la quale mi sentirei incompleto e, una volta a Cuba, non potevo che lasciarmi conquistare dalla sua storia”. Con queste parole Fulvio Eterno, fotografo alcamese, inizia a raccontare la propria mostra fotografica “Cubatoday”, che si terrà il 17, 18 e 19 agosto al Parco Suburbano di Alcamo, all’interno della manifestazione Alcart 2015.

Una mostra fotografica intensa, ricca di scatti che mostrano la vita quotidiana di un popolo che vive lontano dal tempo, che racchiude in ogni scatto una storia [che io ho avuto il piacere di ascoltare] e che racconta attraverso i volti di uomini, donne e bambini una Cuba (forse) destinata a sparire.

Quale è stata la tua prima impressione appena arrivato a L’Avana?

L’Avana, così come tutta Cuba, è un luogo in cui il tempo si è fermato. Le auto che si trovano a circolare per le città sono quelle commercializzate prima del blocco economico contro Cuba scattato ufficialmente nel 1962. E’ stata la prima cosa che ho notato uscito dall’aeroporto.

E quando hai cominciato a prendere confidenza con il posto, hai avuto confermata la tua prima impressione?

Assolutamente si! Una volta lì ti sembra di rivivere i nostri anni ’40 in cui si andava a lavoro con il carretto, il contadino sta ancora tutto il giorno nei campi ad usare la zappa e se sei in condizioni economiche svantaggiate puoi andare in centri in cui ti forniscono le derrate alimentari di prima necessità (tra cui anche il rum).

Foto: Fulvio Eterno – “Cubatoday”

Nelle tue foto ci sono molti scatti che ritraggono persone e volti, cosa hai capito del popolo cubano?

Entrare in confidenza con qualcuno di loro mi ha permesso di capire molte cose in più. Intanto è un popolo che non conosce la parola stress. La maggior parte di loro vive in una condizione di semi povertà ma è uno stato che non gli pesa: questo non genera ambizioni e la certezza che il regime comunque non li lascerà morire di fame rende tutto più semplice. E proprio la presenza del regime è qualcosa che esiste e si vede dappertutto, anche nel fatto che solo il 5% della popolazione ha accesso ad internet, ma di fatto non se ne fa parola.

Quanto è stato importante per te realizzare “Cubatoday”?

Oltre da un punto di vista professionale e oltre ad avere avuto la possibilità di svolgere un lavoro autoriale, senza compromessi commerciali, “Cubatoday” ha iniziato ad avere per me un profondo significato documentaristico. Credo di aver avuto occasione di scattare le ultime foto di una Cuba costretta a stare chiusa in se stessa a causa dell’embargo. Le vicende che si stanno sviluppando in questi giorni con l’apertura degli Stati Uniti nei confronti dell’isola caraibica fanno presupporre che tutto quello che ho raccontato attraverso questa mostra scomparirà o sarà destinato a diventare solamente una cosa per turisti.

Cosa speri di suscitare nel pubblico che visiterà la mostra?

Come in tutti i lavori che faccio tendo a far emergere, anche grazie al linguaggio fotografico che ho avuto modo di studiare, la parte artistica delle foto e in quanto arte deve necessariamente suscitare qualcosa. Le mie foto vogliono quindi informare e a volte anche provocare, per arrivare poi all’intento ultimo che è indubbiamente quello di comunicare. Di fatto sarà poi il pubblico che deciderà, anche perchè per avere un riscontro bisogna storicizzare un pò l’arte per vedere se dura nel tempo e se ha trasmesso effettivamente qualcosa. Questa mostra è già stata esposta ad Alcamo nell’ottobre del 2014 ma per motivi legati alle esigenze comunali molta gente non ha avuto modo di poterla vedere. Ora sono molto contento di avere la possibilità di poterla esporre nuovamente ad Alcamo in un contesto così interessante come quello di Alcart.

29Apr

International Wedding 2015

Essere scelto da clienti europei per immortalare le loro nozze in Sicilia in una location da sogno…

29Apr

“Cuba Today: il ritratto di una società lontana. Intervista al fotografo Fulvio Eterno”

Vorrei iniziare questa intervista toccando subito il cuore dell’intervistato: cos’è la fotografia per Fulvio Eterno?

-Per me la fotografia è una vocazione, è il mio mestiere, è la mia quotidianità. All’età di quattordici anni io avevo già deciso di fare il fotografo perchè vivevo, nel mio contesto familiare, la praticità di questo mestiere e respiravo l’aria dell’artigianalità. Insomma sono un figlio d’arte. Probabilmente se mio padre avesse fatto il falegname anche io avrei fatto il falegname…non lo so. Guardare mio padre scattare foto era molto entusiasmante, percepivo la professionalità ma anche la passione. Già da adolescente lavoravo presso dei villaggi turistici e gestivo uno studio con degli operai. Questo mi ha fatto crescere professionalmente e con un forte senso del lavoro, mi ha insegnato a rapportarmi con la gente e ha fatto della fotografia il pane della mia vita. Ma da questa esperienza, che inizialmente sembrava solo pratica, è nato un amore. Ho compreso che tramite la fotografia, oltre che guadagnarmi da vivere, avrei potuto trasmettere i miei pensieri, il mio modo di vedere la realtà, la mia sensibilità. Tutto quello che avevo dentro poteva passare dall’obiettivo di una macchina fotografica e arrivare alla gente. Ho cominciato così a progettare il mio futuro, a studiare presso grandi maestri di fotografia presso l’Istituto Superiore di Fotografia di Roma e questo per me è stato, oltre che un grande privilegio, grande occasione di crescita. Pian piano ho iniziato anche a collezionare qualche piccola gratificazione, gestendo lo studio fotografico di famiglia di cui sono titolare e nel quale mi occupo, oggi, del settore fotografico, in particolare di ritratto, matrimonio e di fotografia pubblicitaria.

Quindi abbiamo appreso che per te la fotografia nasce in una dimensione pratica e poi si eleva a qualcosa di più profondo, legato ai sentimenti, alle passioni. Pensi che questo passaggio fondamentale nella tua vita abbia contribuito a far diventare “arte” la tua fotografia?

-Il termine “Fotografare” significa “scrivere con la luce”. Il primo step per fare una buona fotografia è rispettare i canoni, conoscere la tecnica fotografica. Sono regole che non ho inventato io, esistono da secoli. Conoscerle è fondamentale, imprescindibile. La fotografia è in primis rigore. L’artista è colui che conosce queste regole e proprio perchè le conosce bene può trasgredirle facendo passare, tramite quello squarcio che si crea tra regola e trasgressione, la propria idea del mondo. Un artista, sia esso pittore, musicista o ballerino, deve prima di tutto essere capace di emozionarsi e poi saper trasmettere quelle emozioni. Tutti possiamo dipingere, suonare, ballare e fotografare. Ma non tutti siamo artisti. L’arte non è insita nella fotografia. L’arte è qualcosa che nasce negli occhi di chi guarda. La creatività è una conseguenza di un’azione culturale o emozionale. Nulla può essere artistico se non parte dalla condizione umana. L’arte è semplice e senza tempo. Ciò che è artefatto non è arte. Se tramite le mie fotografie sono in grado di dare la percezione a chi le guarda di essere lì con me in quel momento, in quel posto… se l’ obiettivo della mia macchina diventa l’occhio di chiunque guarda la mia fotografia sulla realtà che sto fotografando e allora si: nella mia fotografia c’è arte. Non sono io insomma a poter dire se c’è arte o meno in quello che faccio. Posso solo dirvi che per me la bellezza nella fotografia sta nel cogliere la naturalezza dei movimenti, delle linee, dei corpi…non certo negli orpelli e nell’eccessività. “La fotografia mostra, non dimostra” diceva Ferdinando Scianna. Diciamo che mi rifaccio al pensiero di De Andrè che diceva “io precauzionalmente mi definisco un cantautore e non un musicista” e vi dico che precauzionalmente mi definisco un fotografo e non un artista.

Andiamo al reportage che presenterai a partire da sabato 11 ottobre presso la Sala Congressi Marconi di Alcamo: Cos’è “Cuba Today”?

-Cuba Today è il risultato di ciò che ho visto, assaporato, sentito, percepito e imparato dal mio ultimo viaggio in una realtà lontanissima da quella in cui vivo. Tradizioni, abitudini, contesti sociali che emanano un fascino a cui nessuno può restare indifferente. Durante questo viaggio ho imparato a dare il giusto peso a parole come “democrazia”, “libertà”, “qualità della vita”. Avevo con me, come sempre, la mia macchina fotografica ed ero assolutamente esterrefatto di quante immagini riuscivano a cogliere la mia attenzione e a meritare uno scatto. Ad un certo punto non ero più un turista, ma un narratore. Ho sentito il dovere di raccontare di Cuba e dei cubani. Cuba Today è il ritratto nudo e crudo della realtà sociale, politica e culturale della cuba di oggi, la realtà di un popolo ancora fortemente legato ai rapporti umani. Un popolo umile, povero, che ogni giorno si confronta con difficoltà che per noi sono assolutamente lontane, inimmaginabili. Ciò che ho trovato nel popolo cubano è ciò che noi non sappiamo più trovare e apprezzare: il contatto umano, l’ideologia, il sacrificio e la felicità. So che sembra strano accostare termini quali povertà e sacrificio ad una parola come felicità. Ma io a Cuba ho visto la felicità: una felicità semplice, l’ attaccamento alla vita,la solidarietà, l’amore. Ho voluto raccontare il popolo cubano nel modo più oggettivo possibile, senza giudizi e pregiudizi, senza filtri…e non potevo che farlo tramite ciò che so fare meglio: la fotografia. Spero che la gente che guarderà queste fotografie riesca a provare lo stesso mio stupore, la stessa mia gioia, e a cogliere la bellezza di quel popolo così come ho fatto io.

Prima di salutare tutti i lettori di Ideazione News volevo ringraziare alcune persone che mi hanno molto aiutato, ognuno in modo diverso, nella realizzazione di questo reportage.
Ringrazio i miei compagni di viaggio Nicola, Roberto e Marco, Edvige Galbo per aver curato egregiamente la presentazione della mostra, il mio collega romano Emilio Cavicchi che è stato preziosissimo nell’aiutarmi per l’attività di editing, gli sponsor Cicerone tour ,Lingua più , Banca Mediolanum , Rotary , Lions ed Ernesto Di lorenzo editore e infine te Caterina per questa bella chiacchierata!

28Apr

Pubblicazione su Vogue Italy

Esattamente a settembre di quattro anni fa, pubblicavo questo mio servizio su Vogue italia.
Campagna pubblicitaria abbigliamento per Zerotrentanove.

28Apr

Con Lidia Lucchese Gioielli ad Expò

Felice di collaborare con l’amica e designer Lidia Lucchese Gioielli
che rappresenta un’eccellenza siciliana ad Expo 2015 Milano un in bocca a lupo. Fulvio

28Apr

Con Giufè ad Expò

Ai mille colori delle creazioni GiuFè si aggiungono i colori di Expo Milano 2015! L’azienda GiuFè rappresenterà l’eccellenza Made in Sicily del settore moda e fashion.
Orgogliosi e fieri di esserci!

15Set

Emerging talent award 2015

In attesa del giudizio del concorso mondiale LensCulture 2015 che premia i migliori 50 talenti fotografici al Mondo provenienti da 112 Paesi, sono lieto di condividere il progetto presentato.

Fulvio Eterno background image